Trick School - Rotazioni
 

 testo tratto da http://www.freestyler.it

 Ed eccoci finalmente arrivati al dunque: le rotazioni sono un mondo vastissimo, ogni anno qualcuno fa qualche mezzo giro in più, cambiano i nomi switch, fakie, cab, c’è sempre qualcosa di nuovo ed intrigante.
Comunque vada, le possibilità d’azione che raggruppano tutte le altre sono due:

- rotazioni backside
-
rotazioni frontside

Viene definita rotazione backside quella rotazione che compiamo staccando dal dente del salto offrendo inizialmente la schiena verso la direzione di marcia (o l’atterraggio).
Viceversa frontside quando staccando dal dente ruotiamo offrendo inizialmente la nostra frontalità verso il senso di marcia.
Per eseguire una rotazione (qualunque essa sia) è necessario, in fase di stacco, eseguire una torsione col busto (spalle, braccia e testa), in modo da imprimere una coppia di forze al nostro corpo che svincolato dal terreno (in fase aerea) tenderà così a ruotare su se stesso.
Da questa iniziale constatazione si capisce facilmente che maggiore sarà la spinta iniziale, maggiore sarà la forza e la velocità della rotazione (ovvio) e quindi la tendenza del nostro corpo di continuare a ruotare, per cui per fare un bs7 bisognerà torcere con più forza che per un bs3. Ma ci sono altri fattori condizionanti che vedremo in seguito.
Come accennato nel capitolo precedente il segmento corporeo maggiormente determinante la riuscita del trick è il capo, che possiamo definire “segmento pilota”, ma il sistema braccia/spalle per la sua capacità di influenzare la velocità periferica di rotazione è anch’esso estremamente importante. Parlo di sistema perché è necessario che spalle e braccia lavorino sinergicamente, sia nelle front che nelle back rotation. Infatti, se ciò non avviene accade che anziché creare una coppia di forze ne creiamo di verso opposto, che si annullano a vicenda e come risultato fanno esaurire la rotazione, bloccandola.
Bel casino vero? Non vi scoraggiate tutto sommato l’esecuzione è più facile della teoria.

Vediamo ora l’analisi separata dei due casi.

ROTAZIONE BACKSIDE
Come accennato, sono quelle rotazioni che compiamo quando usciamo dal dente del salto offrendo inizialmente la schiena al senso di marcia (il nostro back side appunto).
La tecnica per eseguirle verrà esposta in seguito, attraverso la classica sequenza d’azioni già proposta per i grab, ma ci sono un paio di considerazioni preliminari molto importanti:

1. Un salto, per permettere si sollevarci in aria, deve necessariamente essere inclinato verso l’alto (tranne i cliff è chiaro), ciò comporta sempre e comunque uno sbilanciamento in dietro dell’asse corporeo che dovrà essere compensato. Per fare questo è necessario staccare spingendo con le gambe, in questo modo saremo noi a dominare il kick e non viceversa.

2. La torsione del busto per imprimere la rotazione deve essere in asse (perfettamente cioè perpendicolare al terreno, questo ovviamente per rotazioni piatte), ma compensare anche lo sbilanciamento dato dal kick, il braccio anteriore tenderà quindi a ruotare un pelo più verso la punta della tavola (questo a causa del concetto esposto al punto 1).

3. Le braccia, le spalle e la testa devono spingere assolutamente in modo sinergico.

4. La grabbata va eseguita dopo i 90 gradi e in genere verso i 180, ma dipende dalla dimensione del jump in rapporto al numero di rotazioni; comunque e sempre, la prima cosa da fare è flettere le gambe al petto (senza esagerare), ma ci sono delle sfumature dipendenti dallo stile che si vuol dare alla manovra.

5. Continuiamo a ruotare finché manteniamo il capo ruotato.

Vediamo ora la sequenza d’azioni. E' intesa una rotazione di 360°, per il bs1 basta “mollare” prima la posizione del capo, cioè mantenere per meno tempo la testa girata verso la rotazione, fissate lo sguardo sul landing (atterraggio) sui 180 gradi e la rotazione terminerà li:

- scegliete un kick che spari piatto ma che vi permetta di stallare abbastanza, con landing bello lungo e ripido (salti che flettono la tavola non vanno bene!);
- ripensate bene all’esecuzione della manovra;
- prendete la rincorsa decisi con le ginocchia ben flesse;
- sul kick piegatevi bene sulle gambe;
- state per staccare, spingendo con le gambe impostate la rotazione torcendo: busto, braccia/spalle e soprattutto la testa, verso la coda della tavola , una leggera slaminata può agevolare ma non è sempre necessaria;
- siete in aria, seguendo la rotazione cercate con lo sguardo di raggiungere l’atterraggio, ma contemporaneamente raccogliete le gambe verso il busto;
- siete tra i 90 e i 180 gradi della rotazione, le ginocchia sono ben raccolte, impostate la grabbata mantenendo la posizione della testa;
- (*) eseguite la grabbata che volete: la spiegazione del grab è sempre la stessa;
- state continuando a ruotare (testa girata), il braccio libero è sempre ben disteso;
- mancano 90° alla fine della rotazione (state guardando l’atterraggio), lasciate la grabbata e cominciate a distendere le gambe (non completamente) per assorbire l’impatto;
- durante l’atterraggio scomponetevi il meno possibile, ora chiaramente guardate nella direzione di marcia.

ROTAZIONE FRONTSIDE
Sostanzialmente è la fotocopia rovesciata di quella backside, ma ci sono alcuni particolari piccoli ma molto importanti.
Uno dei fattori che determina la difficoltà di esecuzione di un gesto motorio, è il numero di articolazioni che entrano in gioco per eseguirlo in relazione all’ampiezza di movimento che esse permettono. La rotazione back side va a torcere il busto sull’articolazione del bacino nella direzione in cui esso ha una minore mobilità (se non mi credete alzatevi in piedi e ruotate back e poi front coi piedi in appoggio e ginocchia leggermente flesse). Ciò significa che la spinta back in apparenza gira più facilmente e che quella front impone un maggiore controllo di questa articolazione a causa della ampiezza di movimento che essa permette; imparandola quindi si ha la sensazione che sia più “lenta”, ma in realtà essa ha la possibilità di spingere con più forza e se ben eseguita permette di più di quella back.
Da queste considerazioni emergono alcune caratteristiche:

1. imparare queste rotazioni è meno immediato di quelle back

2. controllare il bacino in fase di volo è più difficile e fortemente condizionante la riuscita (ma c’è il trucco)

3. se in back uscite senza poter guardare il landing (o atterraggio), in front la parte al buio si ha dopo (considerando una rotazione di 360 gradi), in fase di atterraggio e da questo punto di vista sono più cazzute le prime.

Sulla valutazione generale di difficoltà penso che si eguaglino, sarei curioso di sapere come vengono distinte e valutate dai giudici di gara.
La scaletta di movimenti per eseguirla è identica a quella back, è quindi riprendetela da li.
Ma vediamo il trucchetto per controllare il bacino.
Se le avete già provate, avrete sicuramente notato come diano l’impressione di essere rotazioni lente e pesanti, difficili anche da portare solo in 360. Ciò è dovuto proprio, come già affermato dalla maggior articolarità del bacino.
Per bloccare questa articolazione (e quindi non disperdere la spinta) è sufficiente flettere leggermente le gambe al petto. Quindi se riprovate facendo questo movimento (non esagerato, non è necessario far sbattere le ginocchia sui denti), senza grabbare, vedrete che probabilmente riuscirete ad arrivare sui 360, a patto naturalmente che manteniate la testa girata verso la rotazione.