Accessori

testo tratto da http://www.freestyler.it

GUANTI
Come ogni snowboarder sa, i guanti specifici da sno' non sono assolutamente un accessorio, ma semmai proprio un "necessorio", qulcosa di cui è sostanzialmente impossibile fare a meno. Provate ad utilizzare al loro posto i normalmente permeabili guanti da sci e ve li ritroverete presto sbiancati e consumati specialmente sulle dita...
Ne esistono in primis due categorie: quelli con liner o imbottitura staccabile e quelli con liner fisso. Entrambi hanno vantaggi e svantaggi. Di tutte le specie poi vi sono modelli con il polsino lungo, classici e preferibili e quelli col polsino corto.
Diciamo che quelli con interno staccabile sono più comodi, specie per chi sia caloroso o per chi utilizzi quei guanti per tutta la stagione sno', non avendo un paio di guanti primaverili. Inoltre, se si bagnassero all'interno, sono più facilmente asciugabili separando le due parti. Per converso, al momento dell'acquisto è bene verificare che indossandoli e togliendoli non si attorcigli l'imbottitura, non si occludano le dita,o, peggio, non si stacchi ogni volta l'interno dai supporti in velcro. Un ulteriore vantaggio è che si prestano molto più facilmente all'inserimento di dispositivi di protezione del polso.
Quelli invece con imbottitura fissa spesso sono più facili da calzare e hanno un feeling spesso migliore, anche se non è ovviamente possibile variare la loro capacità termica in funzione della temperatura, per cui di solito o sono modelli economici o per converso top di gamma con materiali tipo il Gore-Tex che assolvono da soli alla funzione di un liner estraibile.
Una terza categoria particolare, di recente nascita, è quella dei guanti primaverili sfoderati, cioè guanti aderenti ed elastici anche se dotati di rinforzi, con polsino corto e spesso con grafiche molto forti e colorate sul palmo gommato. Sono di utilizzo specifico per il pipe o le situazioni di temperatura relativamente medio-calda e ben si adattano come secondo guanto a chi ha un guanto invernale molto pesante e magari non sfoderabile.
In ogni caso bisogna verificare al momento dei guanti da snowboard la loro apparente solidità, in particolare la resistenza all'abrasione delle protezioni sulle punta delle dita, evitando i non rari modelli provenienti dallo sci ed appena ritoccati per farli sembrare più solidi...

MINI-TOOL
Croce e delizia di ogni snowboarder è il mini-tool o cacciavite nano a punte intercambiabili, con il quale ci si spreme a spostare e girare gli attacchi, a stringere le straps, a regolare lo spoiler e via così. Dal "nano" con punta a stella grande o Ph3 e con tappo di penna infilato in cima, si è oramai passati a specifici tool con mandrino a rotazione unidirezionale come, per intenderci, la corona degli orologi da sub, ma ovviamente anche reversibile.
E' un accessorio molto consigliabile, specie ai principianti e agli incontentabili, al limite può servire se ci troviamo dopo una fortunata improvvisa nevicata a dover arretrare il passo per non impiantarci in fresca....
Ne esistono diversi tipi, diffuso molto quello a "T" in diverse varianti, uno persino con fischietto di emergenza incorporato; di questi, le ultime versioni presentano una corona solidale alla parte girevole e necessaria per i primi giri delle viti, quando le stesse, non facendo attrito, verrebbero ritrascinate indietro dal tool, aggiunta che li rende più versatili ma che si rischia di togliere il vantaggio rispetto ad altri sistemi, quello di essere utilizzabili anche per viti in angoli critici, come può capitare con alcuni attacchi hard. Nella testa della "t" vengono inserite diverse punte o bits, e, meglio, spesso anche la chiavetta da 10.
Diverso è il Dakine Cool Tool, a forma di pomolo o di manico di bastone nel quale inserire a baionetta dal lato ben 4 punte, bello e pratico, ma con punta senza corona di preavvitamento, con shape della stessa però sottile e quindi adatto anche a raggiungere le viti più nascoste, vedi attacchi hard. Fra gli altri, poi, merita sicuramente una menzione a parte il "cipollone" Red-Burton, molto compatto e che chiuso non rischia di bucare nessuna tasca, come di non infilarsi in nessun muscolo in caso di caduta, con leva incernierata estraibile e ampio mandrino sagomato per essere avvitato con tre dita, sempre per il problema dei primi giri di vite. E' davvero un piccolo capolavoro di ingegneria, specie il piccolo scomparto per le due punte e per la chiavetta da 10 ed è davvero consigliabile. Per converso, lo shape "grasso" lo rende del tutto inutilizzabile proprio per quegli attacchi, specie certi hard, con le viti che possono finire in angoli semi-ciechi.
Vi sono poi altre soluzioni economiche rinvenibili in negozi non specifici, quali quelli di ferramenta. Per queste soluzioni alternative, come in parte anche per alcuni tool specifici ma non di marca, è importante verificare l'esatta corrispondenza delle punte con lo standard Ph3, a stella grande insomma, non sempre scontata, in quanto possono altrimenti costarci semi-spannamenti delle teste delle viti fino a tragiche necessita di trapanamenti di teste di viti non più sbloccabili...

Consiglio pratico: nonostante non sembri, il minitool ha bisogno di un minimo di manutenzione: infatti, essendo utilizzato e tenuto in condizioni di ovvia grande umidità, il meccanismo del mandrino e in particolare il dispositivo di blocco dei bits, ovverosia delle punte intercambiabili possono ossidarsi e bloccarsi irreversibilmente. Pertanto è necessario ricordarsi di lubrificare le parti in movimento leggermente con spray siliconico, CRC per elettronica o simili prodotti non grassi, non esagerando per non trovarsi poi le tasche un po' scivolose...

LEASH
Il leash, il cavetto di sicurezza da legare alla gamba anteriore e fissato sulla base dell'attacco, potremmo dire, è un accessorio "storico"... di utilizzo alternativo attuale. Mi spiego: è nato storicamente per impedire che la tavola scappasse via se si apriva un attacco, cosa non impossibile un tempo su un attacco hard o soft primordiale. Adesso l'eventualità è diventata assolutamente remota ed il suo utilizzo dovrebbe essersi ridotto alla mera fase di aggancio e sgancio della tavola, nelle quali una distrazione può causare... il lancio del missile giù per la pista! Purtroppo, il progresso negli attacchi e la conseguente velocizzazione nelle procedure di aggancio ha reso anche la semplice procedura di aggancio del leash una perdita di tempo da molti non sopportata, e si sta diffondendo una certa tendenza a non utilizzarlo più.
Invece, può avere utilità in varie maniere, oltre ad esser consigliabile nelle fasi preventive di aggancio. Innanzitutto, passato nell'archetto dell'altro attacco, si trasforma in un'ottima tracolla per la tavola che vi eviterà molte cadute accidentali della stessa. Inoltre, se si acquista la versione con cavetto d'acciaio e lucchettino incorporato, si trasforma in un importante antifurto sempre a portata di mano.
Di leash ve ne sono di vari tipi. Il più comune è quello classico con nastro in cordura e clip plastiche di aggancio, da fissare sull'attacco e poi agganciare sul polpaccio; è solido economico e funzionale e funziona benissimo da tracolla per il trasporto della tavola. Può - anzi deve! - essere agganciato prima di calzare il primo piede, reggendo la tavola come fosse a guinzaglio. All'opposto vi sono i mini leash da agganciare dall'attacco al dorso dello scarpone. Sono poco ingombranti, a volte anche gradevoli di forma, ma anche poco utili e scomodi, in quanto sono inutilizzabili per il trasporto e prevedono di essere agganciati solo dopo aver posizionato lo scarpone nell'attacco. Inoltre, per i distratti, possono trasformarsi in uno sgambetto vero e proprio in caso di uscite repentine dall'attacco, in particolare però per i soft, per cui direi che sono sconsigliabili, ma ciascuno giudichi (in base alla sua distrazione...). Invece per l'alpine o hard che dir si voglia (nota di Trikke) il leash corto non è stupido, anzi, nel caso malaugurato ti si aprisse l'attacco davanti è meglio che il piede rimanga il più possibile alla sua posizione piuttosto che svolazzare a destra e sinistra... Per esempio fissato tra il punta le e la piastra degli attacchi hard  proprio dove ci sono quelle fessurine fatte apposta, mentre l'anello può messo sulla strap di caviglia in modo che il leash sia poco svolazzante. In questo modo non c'è la possibilità che vada sotto le lamine.
Invece vi sono alcune sottospecie del leash classico che, pur costando qualche lira in più, presentano numerosi vantaggi. Innanzitutto vi è una versione con fascia larga da applicare con velcro sul polpaccio, e collegata al resto del leash, in genere semielastico, con una clip rimuovibile; il tutto non presenta svantaggi ed invece aumenta moltissimo la velocità di utilizzo dello stesso; una sottospecie di questo ha il velcro ma non la clip rimovibile, con all'interno però un cavetto d'acciaio. Un'alta versione presenta un cavetto antifurto spiralato con serratura a combinazione, e con aggancio fra fascia e leash a moschettoncino, cosicchè quando si disconnette la fascia velcrata si usa subito il resto come antifurto per la nostra preziosa tavola, senza cercare il cavetto in chissadovelomesso... Attenzione però che certi leash tutti in acciaio non si trasformino in terribili cappi per le vostre caviglie se in mezzo al bosco li infilate in un rametto che spunta dalla neve....

PAD
Anche se in misura minore rispetto al leash, persino il pad, accessorio indispensabile che serve per non scivolare via col piede posteriore appoggiato sulla tavola davanti all'attacco posteriore, viene talvolta omesso dal rider. Questo specialmente per la grande diminuzione degli skilift, luogo dove il pad è pressochè necessario.
La convinzione di chi scrive è comunque della necessità di questo accessorio. Usate il pad!!! E' un accessorio poco costoso, che potete anche scroccare gratis al momento dell'acquisto (dovrebbe comunque essere assolutamente fornito a corredo con gli attacchi). Non usarlo potrebbe portare a conseguenze molto negative, vedi il caso che scendendo da una seggiovia e non avendo nessun grip per il piede posteriore voli per aria, ma col piede anteriore ancora attaccato... e magari finendo addosso ad altri rider o, peggio a suscettibili e prevenuti sciatori...
Inoltre, alcuni nuovi tipi di pad semirigidi presentano una aletta pulisci suola, che può essere molto utile nel caso di neve fresca per gli attacchi normali, ma addirittura indispensabile nel caso degli hardboots e critici ma ormai rari sistemi di aggancio dello step-in.  Tra l'altro ve ne sono anche a gocce, sistemabili a piacere sul topsheet, cosicchè da non disturbare troppo la grafica della nostra tavola; da rilevare che le goccie antiscivolo si trovano molto facilmente nei grossi negozi di bricolage e ferramenta, a costi molto inferiori degli stessi prodotti rimarcati dalle case di snowboard e venduti talvolta a peso d'oro...

Consiglio pratico: specialmente se dove snobordate abitualmente vi sono diversi skilift, magari con notevole pendenza, mettere alcune "gocce-pad", bastano 3-4, in prossimità dell'attacco anteriore, può aiutarci in caso di sovraffaticamento della gamba anteriore, e di conseguente istintiva riduzione del compasso tra le due gambe con posizionamento del piede posteriore vicino all'anteriore. Invece per l'alpine sarà bene metterlo da subito più verso il centro dello spazio fra i due attacchi.

RIALZI
Sono una relativa novità nel mondo dello snow soft, mentre nel mondo hard vengono usato da tempo anche se con funzione in parte differente. Infatti nell'hard sono spesso in forma di lift per il tacco del piede posteriore o di canting per inclinare un attacco verso il centro; pertanto costituiscono elementi singoli diversamente combinabili, da mettere sotto il puntale e/o la talloniera.
Per l'alpine veniva venduta fino a qualche anno fa anche la piastra Conshox di F2, un integrale sistema di ammortizzazione dell'intera parte centrale del board, con lo scopo anche ridurre le vibrazioni sui terreni ghiacciati, oltre che ovviamente di aumentare l'incidenza sulla neve del board; era piuttosto cara, incattiviva notevolmente, a detta di alcuni tester, il comportamento della tavola ed inoltre coprendo l'intera sezione centrale ed entrambe le boccolature, ne andava previamente verificata la compatibilità con i vari modelli di tavole, dipendente dalla distanza fra le coppie di boccole posteriori ed anteriori più vicine al centro.
Nel mondo soft invece sono comparsi da pochi anni, con la funzione di incrementare l'effetto leva sulla tavola questo in particolare per i piedi medio-piccoli su tavole non strette, come per converso per aumentare la possibilità di angolazione della tavola stessa sulla neve per chi ha i piedoni e non possiede una tavola wide. Palmer la prima e la più famosa, seguita da Burton e da altre case.
Questi rialzi vengono usati in particolare da diversi atleti di boardercross, per rendere più rapida l'inversione di spigolo e per uniformare la pressione su una zona più ampia. Per converso la, peraltro leggera, posizione rialzata potrebbe in ipotesi portare un po' più di instabilità in neve fresca profonda, ma è un'ipotesi teorica.
Importante è verificare che non aggiungano peso in modo rilevante, cosa negativa specialmente nelle tavole soft e che abbiano dispositivi atti a bloccare bene i rialzi e a non stressare quindi troppo le boccole.
Sono comunque un accessorio non molto diffuso, consigliabile solo a chi abbia le esigenze sopra riportate, e comunque su tavole almeno mediorigide e di solida struttura; sicuramente poi aggiungono un po' di effetto leva sulle caviglie, pertanto... scarponi solidi.
Il tipo attualmente più diffuso, il Palmer Powerlink, presenta un disco centrale e due alette esterne semicircolari, da posizionare verso le lamine front e back con la rotazione rispetto al disco dettata dall'inclinazione degli attacchi. E' compatibile 4x4-3D, e presenta una sorta di otto prolunga-viti in acciaio, dotati di cilindretti esterni atti ad bloccarli nel disco centrale. Il sistema è leggero e relativamente poco costoso.

ANTIFURTO
Dato il valore di certe attuali tavole, un cavetto antifurto, a chiave o combinazione diventa sempre più consigliabile, lo snowboard non sarà ancora amato su tutte le piste, ma da tutti i ladri sì...
La soluzione migliore sarebbe quello integrato al leash, così resta sempre attaccato alla tavola e diventa impossibile dimenticarselo. Altrimenti esistono lucchettini a combinazione e a chiave; i primi sono consigliabili, per non trovarsi, dopo aver smarrito la chiave, la tavola indissolubilmente legata al rifugio.... Magari meglio un numero facile e ricordabile, tipo il pin del cellulare, o la data di nascita...